Tra Seicento e Settecento

I rettori

Le Constituciones stabiliscono di nominare ogni tre anni il rettore dell’Università e assegnano il primo mandato all’arcivescovo cagliaritano. Essendo la sede vacante, l’incarico è assegnato al vicario generale Cosma Escarxoni. Nel 1627 Ambrogio Machin, nuovo arcivescovo cagliaritano, assume la carica di rettore, ruolo che detiene fino al 1640, anno della sua morte.

L’antica sede

Nel luglio 1603, ancora in attesa dell’approvazione regia, una delegazione di autorità civili ed ecclesiastiche depone la prima pietra della futura Università nel quartiere Marina, lungo la discesa de Camos o de les Roquettes, attuale via Torino, nel sito occupato dal monastero di Nostra Signora di Montserrat, residenza dei Frati Benedettini.

Il disegno dell’edificio si deve, forse, al capitano d’artiglieria Andrea Pérez. Le autorità propongono un progetto urbanistico di largo respiro, votato all’istruzione superiore. Poco più a monte, all’angolo fra le attuali vie Giuseppe Manno e Torino, dovrebbe sorgere il Collegio dei padri gesuiti, trasferito dalla sede originaria del Castello, per far posto alla Casa professa. Entrambe le iniziative naufragano in breve tempo, privando la città di un polo culturale all’avanguardia. Nel 1615 il progetto è ancora in essere, perché il capitano Pérez acquista privatamente un’area nei pressi della Porta di Villanova (oggi piazza Costituzione-via Manno) confinante con la fabbrica dell'Università.

Non è noto quando avvenga il trasferimento nel Castello, tra le attuali piazza Indipendenza, via Lamarmora e via Nicolò Canelles. Il documento più antico attestante la presenza dello Studio generale nel quartiere è un contratto immobiliare del 1679 che menziona la Plassa de la Universitat (piazza Indipendenza).

Il primo secolo di attività

I primi decenni di vita dello Studio non sono facili: i consiglieri civici si scontrano spesso con l’arcidiocesi sulla nomina del rettore; gli studenti lamentano l’assenza di corsi importanti, come Anatomia; le finanze sono scarse e i professori non sono retribuiti regolarmente. La situazione peggiora sul finire del secolo: ai primi del Settecento non si impartiscono lezioni e i laureati sono pochissimi. Il palazzo dell’Università ospita un teatro, ma non è chiaro se l’interruzione dei corsi sia dovuta a questo. Con tutta probabilità, vi è alternanza tra lezioni universitarie e rappresentazioni sceniche. Dopo l’acquisizione del regno da parte di Vittorio Amedeo II di Savoia, il palazzo universitario è usato anche come quartiere per le truppe e magazzino, e il corpo accademico si riunisce in abitazioni private.